Le stanze di Casa Capuana

Il Mistico Tempio del Grande Luigi Capuana

Ciò che oggi ammiriamo presso il Secondo piano della Casa Museo Luigi Capuana sono i beni personali che negli ultimi anni di vita, godette il defunto Capuana in Catania, e precisamente nelle stanze adibite a studio, salotto e anticamera.

L’acquisizione di tali beni, assieme a manoscritti, cimeli, ninnoli, collezione di libri e di oggetti di arte, fu opera del Comitato cittadino di Mineo negli anni ’20, con l’intento di destinare il tutto a pubblico uso da parte del Comune.

Lo Studiolo

Lo studiolo si configura come il luogo della creatività nel quale l’estro di Capuana ha potuto dispiegarsi nelle varie arti. Luogo dal fascino unico, nel quale il visitatore, secondo la propria fascia d’età d’appartenenza, può immaginare il Capuana seduto al suo scrittoio intento alla stesura di una sua opera letteraria e, perché no, di una fiaba o de “Il Marchese di Roccaverdina”. L’immersione in quest’ambiente non si esaurisce nell’immaginazione un po’ stereotipata del Capuana scrittore ma si trasforma in un’esperienza totalizzante e spiazzante nel momento in cui gli occhi del visitatore si soffermano, solo per un attimo, in un punto qualsiasi di una parete prima d’essere risucchiati nel vortice di un repentino giro su se stessi di 360 gradi per cogliere l’unicità dell’ambiente. Completato quel giro onnicomprensivo, colti da una voracità visiva di appropriarsi del minimo dettaglio lo sguardo spazia in un movimento doppio, verticale e orizzontale, alla scoperta di quello strano, unico e intrigante ambiente creato da Capuana con le illustrazioni e i ritagli di riviste d’epoca. Non può sfuggire a uno sguardo attento il ricorso alla riproduzione di una foto nell’originale decoro delle pareti, non si tratta di una foto qualsiasi ma di quella della mamma posta in una posizione ben precisa, al centro del supporto del balcone, quasi in funzione scaramantica o di protezione.

L'Alcova

Altro ambiente di particolare suggestione all’interno del palazzo è certamente l’alcova, laddove il Capuana avrebbe intrattenuto la tresca amorosa con la serva di casa (memoria autobiografica riverberatasi ne Il Marchese di Roccaverdina). Testimonianza della vivacità e creatività di Capuana è caratterizzata da pitture murali a tempera con la tecnica del trompe l’oeil. Da notare in particolare i drappeggi di un baldacchino, due scene campestri, il ritratto di Ludovico Buglio e, a conferire un’aura di mistero, la raffigurazione di Beatrice Cenci.

La Biblioteca personale di Luigi Capuana

La biblioteca personale di Luigi Capuana è composta da oltre duemilatrecento volumi, dei quali la maggior parte è costituita da materiali ottocenteschi (1342 volumi) e novecenteschi (976 volumi), e da un gruppo di libri rari e pregiati (2 cinquecentine, 7 seicentine e 44 edizioni settecentesche).
Di particolare interesse sono sicuramente i postillati, quasi tutti di argomento filosofico e letterario. 

Di importanza decisiva per ricostruire la formazione culturale dello scrittore è la tipologia dei testi conservati, di Foscolo, Leopardi, Verga, De Sanctis, e delle opere dello stesso Capuana, del quale sono presenti solo 115 volumi. A questi volumi vanno aggiunte le collezioni di alcuni giornali d’epoca che il Capuana raccoglieva, come per esempio le annate complete (1880 e 1881) del Fanfulla della Domenica, di cui poi lo scrittore  divenne direttore.

Il Fondo Cappuccini

L’Ex Biblioteca dei PP. Cappuccini, ospitata nel vano che un tempo ospitavano le cucine di casa Capuana, è costituita da volumi appartenuti in origine ai PP. Cappuccini e in parte minore ai PP. Gesuiti. A seguito degli espropri post unitari dei beni di enti ecclesiastici nel 1870, il patrimonio librario di quest’Ordine divenne proprietà del Comune che successivamente (1949) lo riaffidò ai Padri Cappuccini rientrati a Mineo. Da quel momento le sorti di questo Fondo sono state irrimediabilmente legate alle vicende-vicissitudini del locale Convento dei Padri Cappuccini fino alla metà degli anni novanta. Oggi il Fondo è allocato in due sale del secondo piano del Museo Capuana. Il patrimonio librario, collocato in scaffalature lignee, è costituito da circa 3000 volumi: 9 incunaboli (tra cui una Bibbia in latino e dei volumi della Summa di S. Tommaso); numerose cinquecentine (tra le quali, in particolare vanno menzionate opere di autori latini quali: Cicerone, Tacito, Lucrezio, S. Tommaso D’Aquino, e un’edizione del De rerum vulgarium fragmenta, ovvero Il Canzoniere, di Francesco Petrarca; Tra i volumi del XVII e XVIII secolo numerosissimi i testi religiosi (salteri, messali, etc.), parecchi testi in spagnolo e alcuni dizionari plurilingue, di cui uno in dieci lingue.

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