Cenni storici sulla casa

È lo stesso Capuana con Ricordi d’Infanzia e di giovinezza (1893) che ci fornisce le prime informazioni che riguardano la casa e le sue origini. Sono poche righe descrittive che consentono l’avvio a un abbozzo di ricostruzione storica delle vicende che l’hanno riguardata.

«Allora la nostra casa era molto diversa dalla palazzina che ora torreggia, quasi isolata, fra le casette attorno in un angolo di Mineo.

Era un aggregato di casupole di contadini, comprate in di­verse occasioni con l’idea di abbatterle e poi fabbricare la palaz­zina attuale nello spazio da esse occupato. Di mano in mano che si presentava l’opportunità di un nuovo acquisto, una comunica­zione veniva aperta nel muro intermedio, e perciò la casa pre­sentava una strana varietà di livello. Si scendevano, si salivano scale e scalette per andare da una stanza all’altra, dove poco o niente era stato mutato.

Le mura affumicate non avevano ricevuto neppure una mano di calce; le vecchie finestre sgangherate erano rimaste al loro posto; usci provvisori, murati li al primo momento, chiudevano male, e nessuno vi badava. Di quelle mura e di ogni cosa non doveva rimanere in piedi né un sasso né una tavola; le ripara­zioni sarebbero state sciupate: così la pensavano i miei parenti. Bastava far dare, di tanto in tanto, una rimestatina alle tegole perché non piovesse dentro da quei tetti dalle travi tarlate e dalla incannucciata coperta d’un lieve strato di gesso».

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Il seguito della vicenda la si può ricostruire tramite atti notarili e alcune lettere che lo scrittore inviava ad amici e parenti.

Dal 1869, anno della morte del padre Gaetano, i beni della famiglia Capuana si avviavano verso un destino altalenante, influenzato principalmente dalla condotta incline ai debiti del nostro Luigi e dalle frequenti carestie, dovute alla siccità che decimavano i raccolti e prosciugavano i risparmi.

L’atto di divisione dei beni della famiglia Capuana avveniva intorno al 10-15 settembre 1878. Fra i beni ereditati dallo scrittore c’erano la villa di Santa Margherita, dove Capuana aveva trascorso la fanciullezza, che in seguito dovette vendere insieme a una parte del palazzo familiare a causa dei debiti contratti.

Nonostante il nostro si disfacesse dell’eredità, il nucleo patrimoniale della famiglia Capuana non è stato mai smembrato, grazie all’acquisizione dei beni da parte del fratello Mario.

Dal 1987 a oggi, l’edificio è di proprietà del Comune di Mineo, che dall’anno dell’acquisto si è prodigato al fine di progettare e ristrutturare il bene per la nuova destinazione d’uso.

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